sabato 2 gennaio 2016
APPROSSIMATIVAMENTE
Subiamo una società di approssimazione, che vive nei dintorni di situazioni e questioni. Il regno dei tuttologi è monarchia di lungo corso, nulla di approfondito, tutto per sentito dire. Tramandiamo informazioni orali, senza accertarne le fonti. In questa fiera di tutto e niente, si sente solo un chiasso infernale. Nessuno che sappia raccontate la propria arte con definizione, descrizione, precisione.
Il Risultato? Nessuno è più interessante di un circense improvvisato, che non sa baloccare neanche con le clavette.
Stupire, insegnare, interessare non sono più verbi fedeli al loro significato. Lo stupore è relegato alla stupidità, l'insegnare a questioni che non hanno valore, l'interesse è limitato alla vita degli altri.
Rimane? Approssimazione. Tutto galleggia in superficie, lontano da definizioni ed esattezze. La pragmatica, che dovrebbe dare corso ad una azione efficace sulla realtà, è inibita, perché ciò che dovrebbe essere inconfutabile sfugge, è labile, ed opinabile agli stessi fruitori. La realtà complessa confonde le idee, per affrontarla qualcuno invece di agire approfonditamente lo fa approssimativamente. Mancano gli elementi per fare delle discriminanti fra una cosa e l'altra, perché mancano le informazioni di base.
Quelle nozioni fondamentali che si apprendono come rudimenti necessari, non sono esatte, sono approssimative, di conseguenza insufficienti a creare una risposta adeguata. Ecco come tutto si disintegra sotto ai piedi di una approssimata conoscenza, ed ottusa ignoranza. Nella proiezione fedele di desideri al limite dell'assurdo, e approssimazioni imbarazzanti così, qualcuno, crede che la realtà siano elfi e UFO, Babbo Natale, vergini orgiastiche nel paradiso dei profeti, e la lotta di potere americana alla Star Wars.
Dice Shakespeare che il discernimento è la parte migliore del valore...... vi spiegate Qualcosa?
Naomi Tolentinati
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